mercoledì 8 novembre 2017

Dagli abiti per le bambole alla settimana della moda di Parigi


“A volte mi capita di sfogliare riviste di moda e ritrovarci un mio abito”. Lo dice lieve Carla Birion, 53 anni, come se realizzare vestiti capaci di far sognare ogni donna al mondo, fosse qualcosa di semplice, naturale. Una vita passata tra spilli, rocchetti e modelli, la sua. Cominciata tagliando e cucendo vestiti per le bambole, a pochi anni, e arrivata fino a Parigi, alla settimana della moda, quando “emozionata come sempre” ha visto sfilare due sue creazioni.

“E’ sempre stato un mio sogno. Ho imparato da mia madre, che ancora oggi, a 80 anni, cuce. Solo che ora è lei che chiede consigli a me”, racconta divertita.

Carla comincia presto, a 17 anni, frequentando una scuola di taglio presso una sartoria vicino casa, che confezionava abiti anche per Rocco Barocco e Balestra. “Non erano ancora i marchi di oggi, stiamo parlando di trentasette anni fa – precisa - ma già allora erano firme importanti e, quando arrivavano, nascondevamo i vestiti dell’uno o dell’altro”.


Di quel periodo ricorda le sfilate all’hotel Excelsior, a Roma, nella famosa via Veneto, “a vestire le modelle”, ma anche quando “si consumavano le dita a girare a mano l’orlo di chiffon”. E lei ama lo chiffon, così come tutti “i tessuti soffici” degli abiti da sera. “Nel nostro ambiente riesci a capire se una sarta è capace già da come maneggia i tessuti”, dice. E Carla è capace, se ne accorgono in fretta.

Nel frattempo, si sposa, nascono le figlie, rallenta un po’, ma continua a lavorare prima per una sartoria di via Condotti e poi per un’altra. Finché arriva la grande occasione: due settimane di prova da Valentino, nella sede da sogno di Piazza di Spagna.

“Mi avevano inserito nel settore abiti da sera, tra pareti affrescate e vista sulla Madonnina, quella in cima a una colonna così alta che da terra nemmeno si vede – ricorda -. Ho visto abiti bellissimi e anziane sarte realizzare capolavori. Si cuciva ancora come una volta, con le macchine a pedali e i ferri da stiro senza vapore, nel pieno rispetto della tradizione artigianale. E, anche se mi sembrava di aver da imparare ancora per almeno altri dieci anni, la première dame, che coordina la sartoria, mi propose di restare”. Ma Carla ringrazia e decide di andare avanti con le proprie gambe.


E, a 50 anni, fa la scelta più coraggiosa: aprire una sua sartoria, nel paese dove vive, Poggio Mirteto. “All’inizio non è stato facile, non si capiva bene il valore di quello che facevo. Abiti di alta moda e su misura in un piccolo paese, ma piano piano sono cominciate ad arrivare anche grandi soddisfazioni”.


Come il sogno per tutte le sarte: la settimana della moda di Parigi. “Ho realizzato due abiti per una grande casa di moda, con cui collaboro – spiega -. Come sempre si lavora giorno e notte, non ci sono sabati e domeniche, ma l’emozione di stare nel backstage e soprattutto di vedere sfilare un tuo abito in passerella è sempre grandissima”.

Pubblicato su CNAStorie 

ha collaborato Enza Bufacchi

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