mercoledì 19 luglio 2017

L’attrezzista dei quadri plastici di Avigliano. Quando gli artigiani diventano artisti


Immaginate un quadro di Caravaggio o di un altro artista del passato prendere letteralmente vita: luci, ombre, colori, oggetti, stoffe, carne, sguardi e posizioni. Succede ogni prima domenica di agosto ad Avigliano, un paese in provincia di Potenza, dove si realizzano i quadri plastici. Rappresentazioni viventi di dipinti, nate a inizio ‘900, ma diventate famose negli ultimi anni. Un successo arrivato fino alla National Gallery di Londra, al quale ha contribuito anche Renato Zaccagnino, titolare di una carpenteria, ma all’occorrenza inventore o figurante, come tutti gli aviglianesi e gli artigiani che realizzano quelle che a loro volta sono delle vere e proprie opere d’arte. 


“La prima volta che ne ho visto uno ero ragazzo e non capivo come si potessero fare. E quando da artigiano mi chiesero di contribuire, mi tremarono le gambe”. Renato Zaccagnino è un appassionato di storia e costumi locali e da otto anni offre il proprio contributo alla tradizione più importante del paese.

I quadri plastici - rigorosamente di oggetto sacro o storico - sfilavano su muli in occasione della festa di San Vito. Poi nel tempo vennero realizzati su palchi fissi e oggi si rappresentano in Piazza Aviglianesi nel mondo. E non è un caso, forse, visto il successo che questi capolavori stanno riscuotendo dal 2013, quando hanno varcato per la prima volta i confini del paese.

“Quell’anno – racconta Zaccagnino – la Proloco, che coordina la manifestazione, accettò la proposta di rappresentare il dipinto Il Perdono di Gesualdo, in occasione delle celebrazioni in onore di Carlo Gesualdo, principe di Venosa, nel 400° della sua morte. Realizzammo un quadro di sette metri in tempo record di nove giorni”. 

A creare i quadri sono associazioni locali, composte da direttori artistici, scenografi, pittori, tecnici delle luci, truccatori, parrucchieri, falegnami, carpentieri.

“Dobbiamo riprodurre tutto fedelmente, per cui gli abiti devono avere le stesse pieghe e gli stessi tagli del dipinto, il trucco deve rispettare le luci e le ombre, i colori richiamare le pennellate dell’autore – spiega Zaccagnino -. Non sempre quanto rappresentato può essere riprodotto realmente, ci sono posizioni e proporzioni impossibili ed è allora che interviene l’artigiano. Una volta ho costruito una protesi, perché il figurante era trenta centimetri più basso della figura del quadro. Dobbiamo ingegnarci e creare supporti o qualsiasi trucco che ci permetta di essere i più fedeli possibile”. 

“E’ un’impresa collettiva – continua Zaccagnino - espressione della maestria dei nostri artigiani. Ogni quadro plastico è una specie di grande bottega, dove i giovani hanno l’opportunità di apprendere antichi mestieri che un tempo si imparavano proprio nelle botteghe”. 

Nel 2015 i quadri viventi hanno partecipato alla trasmissione Italia’s Got Talent e nel 2016 sono stati a Trafalgar Square, tra gli eventi collaterali della mostra “Beyond Caravaggio”, curata dalla National Gallery di Londra. 

“C’è una frase di san Francesco - conclude Zaccagnino - che amo molto e che dice: ‘Chi lavora con le mani è un operaio, chi lavora con le mani e la testa è un artigiano, chi lavora con le mani, la testa e il cuore è un artista’. Ed è proprio quello che facciamo noi: impieghiamo mani, testa e cuore, perché tutto possa emozionare e sorprendere lo spettatore, oltre che noi stessi”.


Pubblicato su CNAStorie


Le immagini sono di Claudio Miglionico, Mariassunta Telesca, Antonio Chianese e Salvatore Evangelista.

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