lunedì 7 novembre 2016

L’ex manager che salva le imprese confiscate e sequestrate alla criminalità

Dopo una laurea in Fisica e una vita da manager, per Paola Pastorino, oggi 61enne, è arrivata finalmente la pensione. Ma, invece, di dedicarsi a viaggi e meritato riposo, insieme ad altri ex manager, selezionati e formati dal Ministero dell’Interno, ha fondato un’associazione, che aiuta le imprese confiscate e sequestrate alla criminalità. “Perché dietro alle aziende ci sono lavoratori, vite e ricchezze – dice - che si possono salvare”.

“Dopo la laurea ho sempre lavorato nel mondo dell’Hi-tech, fino al 2011 – racconta – alternando una carriera tecnica e di ricerca in imprese come l’Olivetti, ad un ruolo manageriale nel marketing per imprese straniere. Ma sono sempre stata sensibile al mondo del sociale e così, nel 2013, una volta in pensione, ho aderito ad un programma formativo organizzato dall’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, voluto dall’allora Ministro dell’interno, Roberto Maroni. Era un corso rivolto a manager con un’esperienza significativa di almeno 10 anni - continua Pastorino - e io sono rientrata tra i 60 selezionati. E’ stato analizzato il nostro profilo e la fedina penale fino a tre generazioni prima della mia. L’obiettivo, fin da subito, infatti, era quello di selezionare persone da affiancare alle figure previste per legge, per gestire da un punto di vista manageriale le aziende confiscate e sequestrate alla criminalità. Il 99%, infatti, finiscono in liquidazione, con relativa perdita di lavoro e ricchezza”.
Così una volta terminato il corso, Pastorino e una quarantina di colleghi danno vita a “Manager white list”, un’associazione no profit, di cui Paola è presidente, che mette in pratica quando appreso. “E’ stato interessante acquisire conoscenze e punti di vista molto diversi da quelli manageriali – spiega – da quelli del magistrato a quelli del mafioso. Noi interveniamo dove ci sono già un amministratore giudiziario e un giudice delegato, che naturalmente hanno altre competenze e obiettivi, e in team con loro cerchiamo di gestire al meglio la situazione dell’impresa. In quanto manager dobbiamo avere una visione strategica, che significa realizzare un business plan, per ottenere un profitto, che sia però sostenibile, trasparente ed etico”.

In due anni sono circa 110 le imprese di cui si è occupata l’associazione, oltre che numerosi beni sequestrati. “Naturalmente non tutte le imprese si possono salvare e molto spesso si tratta di scatole cinesi o coperture per lavare denaro sporco – continua Pastorino -. Noi interveniamo soprattutto in imprese che erano in crisi e che hanno chiesto prestiti che poi non hanno potuto onorare, visti i tassi da usura applicati, e che cedendo quote azionarie in cambio, hanno di fatto perso il controllo dell’attività”.

“Per ora operiamo soprattutto in Lombardia, ma siamo presenti anche in Veneto, Lazio, Liguria e in Sicilia. Il nostro obiettivo è rafforzarci ulteriormente, ma occorre avere un’esperienza manageriale di almeno dieci anni e seguire il corso di formazione realizzato da docenti universitari che compongono il nostro Comitato di qualificazione. Il nostro Statuto è, e deve essere, stringente”.

di Anna Maria Selini

pubblicato su CNAStorie

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