lunedì 28 dicembre 2015

Frankland Islands. Finalmente sola sull'isola deserta


Chi non l'ha sognato almeno una volta nella vita di rifugiarsi (scappare) su un'isola deserta? A Frankland Islands c'è l'imbarazzo della scelta. Nel parco marino protetto vicino a Cairns, nel nord-est dell'Australia, tutte le isolette sono disabitate e prive di qualsiasi struttura. Niente bagno, bar, lettini o ombrelloni: solo una tettoia con un tavolo di legno e una barca che fa la spola, con a bordo una biologa marina, italiana, Alessandra.

Di Pescara, una laurea nelle Marche, un master in Australia, con l'università che alla fine le ha proposto di rimanere e le ha fatto da sponsor per l'ottenimento del visto.

Alessandra è specializzata in coralli e quindi cosa poteva desiderare di più che lavorare sulla Grande Barriera Corallina?

"Sapevo che me ne sarei andata, visto quello per cui ho studiato. Qui si sta bene. Le competenze vengono riconosciute, gli stipendi sono elevati. Non credo di tornare, qui mi posso permettere uno stile di vita che in Italia mi sognerei".

Il parco marino ha stabilito che ogni escursione venga guidata da un biologo e quindi Alessandra accompagna i turisti, anche a fare snorkelling, alla scoperta di pesci e coralli, di cui si occupa quotidianamente."Se un corallo è danneggiato lo preleviamo, curiamo e rimpiantiamo".

Abbiamo nuotato fianco a fianco (le stavo praticamente appiccicata), per fortuna, senza imbatterci in squali e soprattutto meduse. Questo è il periodo delle jellyfish dai tentacoli trasparenti, la cubomedusa e una medusa piccolissima praticamente impossibile da vedere, capace di paralizzare e uccidere in mezz'ora un uomo. Per questo ci si immerge con una muta che copre anche le mani.

Meglio non tentare troppo la sorte allora e mentre gli altri se ne sono andati a fare un altro po' di snorkelling, per mezz'ora ho provato l'ebbrezza dello star sola su un'isola deserta. Wonderful. Per mezz'ora.


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